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Immagine del redattorePsy Giulia Braghetta

QUANDO E PERCHÉ RIVOLGERSI AD UNO PSICOLOGO DEI BAMBINI/RAGAZZI?


Nonostante vi siano ancora diverse titubanze e false credenze legate alla professione dello psicologo, se un adulto sta attraversando un momento particolarmente difficile è consapevole d’avere l’opportunità di rivolgersi ad un professionista che lo può aiutare.


Ma se capita ad un bambino o ad un adolescente? A chi ci si può rivolgere? Proprio come gli adulti, durante il percorso di sviluppo, anche i bambini/ragazzi possono vivere momenti di malessere, disagio e/o presentare sintomi psico-fisici che li portano così a manifestare, in modi diversi, la loro sofferenza.

Chi è lo psicologo dell’età evolutiva?


È uno psicologo specializzato (con specifici master o scuole di specializzazione in psicoterapia riguardanti l’età evolutiva) nel lavoro con bambini e ragazzi dai 0 ai 18-22 anni, in grado di comprendere il funzionamento interno del bambino/ragazzo al fine di capire i motivi per cui si manifestano determinati sintomi o difficoltà, considerando sempre il bambino nella relazione con i propri genitori: nessuno può conoscere meglio un bambino dei propri genitori, grande ed indispensabile risorsa nel lavoro con i bambini.

Lo psicologo, in altre parole, è un professionista che si rapporta da adulto al bambino utilizzando tecniche, soprattutto ludiche ma anche verbali, che gli consentono di conoscere il bambino, di interagire con lui per portarlo ad una chiarificazione della situazione che sta vivendo.

Inoltre, oltre ad avere una preparazione tecnica adeguata, lo “psicologo dei bambini” deve possedere anche doti umane di empatia e d’amore per l’infanzia, doti che solo se profondamente radicate nella personalità faranno sì che il suo atteggiamento potrà essere percepito come autentico e gratificante, instaurando così una profonda e significativa relazione terapeutica con il bambino.

Allora quando è opportuno rivolgersi ad uno psicologo dell’età evolutiva?


Quando il bambino manifesta anche un semplice disagio che però i genitori, gli educatori o gli insegnanti non riescono a gestire, non riescono a capirne l’origine oppure si rendono conto di non riuscire a gestire le proprie emozioni davanti a determinati comportamenti del bambino, sarebbe utile chiedere una consulenza ad uno psicologo specializzato proprio nel lavoro con i bambini.


Facciamo alcuni esempi di quando si può andare dallo “psicologo dei bambini”:


· quando si attraversa un momento di difficoltà emotiva o di gestione nel rapporto con il bambino;


· quando compaiono sintomi psicosomatici (come il mal di pancia, vomito, enuresi, encopresi, tic, balbuzie,…) che perdurano nel tempo e non vengono riscontrate cause organiche;


· quando il bambino appare irritabile, scontroso, spaventato, triste oppure quando mette in atto un cambio di comportamento (oppositivo, provocatorio, aggressivo,…);


· quando il bambino si trova di fronte ad eventi difficilmente elaborabili come ad esempio un trasferimento, la separazione dei genitori, un lutto, violenza assistita,…;


· quando il bambino presenta disturbi legati a paure o fobie, al sonno, all’alimentazione, all’ansia, al linguaggio o all’apprendimento.


In qualsiasi caso, se il genitore (ma anche nonno, educatore, insegnante,...) percepisce qualche malessere o difficoltà nel bambino/ragazzo è opportuno chiedere una consulenza ad uno specialista perchè si possa, eventualmente, agire tempestivamente per migliorare tale situazione.

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